Presentazione del libro "e poi l'anima mi chiese un altro viaggio" un'esperienza forte,ben sostenuta dai nostri alunni di accoglienza.

Certo, la sensibilità non si insegna, è una componente dell'essere umano, si ha oppure no, non c'è opzione di scelta.

Ma, è vero anche che frequentare un ambiente inclusivo, all'interno del quale, tutti i giorni si convive con le “diversità”, i problemi, vari tipi di handicap, senza che siano percepiti come impedimenti, se mai come occasioni di crescita per tutti, consolida la consapevolezza del valore della solidarietà, della vicinanza, della collaborazione.

Ecco allora, la risposta corale ed immediata, dei nostri ragazzi di accoglienza turistica, a prestare la propria professionalità nella gestione dell'accoglienza per una iniziativa di alto valore umano:

la presentazione del libro "e poi l'anima mi chiese un altro viaggio” di Giuseppe Farina, giovane avvocato malato di SLA.

E proprio il percorso, la storia, puntellata da aneddoti, accadimenti, della malattia e degli inevitabili  mutamenti da essa causati nella vita di Giuseppe, della sua famiglia, sono trattati nel libro.

Il cinema Garden, in Rende, pieno, come da tempo non si vedeva.

Gli alunni del “Mancini - Tommasi” già fuori dalla porta d’ingresso, con divisa in perfetto ordine, atteggiamenti garbati, composti, in linea con la sobrietà e delicatezza del tema, accoglievano, guidavano, indirizzavano gli ospiti.

L'iniziativa organizzata dalla casa editrice Pellegrini, ha avuto l'adesione dei club Rotary Cosenza, Cosenza Nord, Cosenza Est, Cosenza Telesio, Mendicino, Rotaract, Interact, il patrocinio dell'AISLA.

Si sono alternati momenti musicali, letture di brani del libro, interventi previsti :

Enzo Paolini, avvocato

Anna Salvo psicologa

Alessandra Agazio psicologa AISLA

Agata Mollica medico

Antonietta Cozza, collaboratrice della casa editrice, ha moderato l'incontro.

Grande commozione per la forza ed il coraggio di vivere gli effetti devastanti della malattia, affrontandoli con lucida consapevolezza, senza autocommiserazione.

La voglia, il desiderio, forse anche la necessità di raccontare, raccontarli, raccontarsi, testimoniare una esperienza che può entrare nella vita di ciascuno, all'improvviso, la malattia, la sofferenza, l’inabilità, la dipendenza totale da altri, dalle macchine.

Un richiamo per una società che tende a rimuovere, scacciare ogni idea di sacrificio, la malattia in generale, anche nelle forme più banali.

In sala più volte mi sono soffermata sui volti dei nostri alunni che avevo a vista, attenti, presi, seri, coinvolti in un’esperienza concreta di cittadinanza attiva e responsabile.

Io ho lasciato il cinema con un coacervo di sensazioni, forti, contrastanti. Ho faticato a dipanare il groviglio, fino a stamani.

La sofferenza prodotta da una simile malattia, che non lascia spazio alla speranza, " degenerativa, progressiva", si può raccontare, solo in parte, c'è tutto un pezzo, che attiene a pensieri, sensazioni, emozioni, paure, inesprimibile a parole, resta nella mente e nell'anima di chi è malato.

Pertanto, nessuno può davvero comprendere fino in fondo, nè immedesimarsi nella situazione.

Ma poi, forse, non è neppure necessario entrare troppo nel privato, ciò che è importante per ogni persona ammalata, credo sia il non sentirsi escluso dalla vita, commiserato, piuttosto considerato ancora nella sua dignità di individuo attivo.

E Giuseppe, attraverso la fatica di raccontare il dolore, ha dimostrato di essere attivo, di poter compiere un’azione importante per la collettività : richiamare l'attenzione su chi soffre, ricordarci che la vita non è solo divertimento, magari anche che " tanti Giuseppe", non hanno la sua forza, il conforto di una famiglia, il sostegno di una rete di relazioni , le possibilità economiche che lui ha, e che bisognerebbe occuparsene come società, comunità.

Grazie a Giuseppe per la lezione

Grazie ai nostri alunni, per l'applomb impeccabile e sono certa, il loro pensiero,  come il mio, sarà andato, inevitabilmente, al loro prof Pistocchi, mentre lui, da lassù , orgoglioso li ammirava.

Felicità Cinnante Addetto stampa Mancini Tommasi

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